De Bello Gallico - Usi e costumi degli svevi, Parte 1 e 2

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view post Posted on 13/4/2011, 17:09
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Usi e costumi degli svevi parte 1 de bello gallico IV 1
La pratica della guerra si alterna a quella dell’agricoltura, poco sviluppata xkè la base dell’alimentazione è fornita dall’allevamento e dalla caccia. Il quotidiano esercizio fisico e la libertà del loro regime di vita sviluppano la loro corporatura, rendendoli forti e resistenti alle intemperie.

TESTO LATINO

Sueborum gens est longe maxima et bellicosissima Germanorum omnium. Hi centum pagos habere dicuntur, ex quibus quotannis singula milia armatorum bellandi causa ex finibus educunt. Reliqui, qui domi manserunt, se atque illos alunt; hi rursus in vicem anno post in armis sunt, illi domi remanent. Sic neque agri cultura nec ratio atque usus belli intermittitur. Sed privati ac separati agri apud eos nihil est, neque longius anno remanere uno in loco colendi causa licet. Neque multum frumento, sed maximam partem lacte atque pecore vivunt multum sunt in venationibus; quae res et cibi genere et cotidiana exercitatione et libertate vitae, quod a pueris nullo officio aut disciplina adsuefacti nihil omnino contra voluntatem faciunt, et vires alit et immani corporum magnitudine homines efficit. Atque in eam se consuetudinem adduxerunt ut locis frigidissimis neque vestitus praeter pelles habeant quicquam, quarum propter exiguitatem magna est corporis pars aperta, et laventur in fluminibus.

TRADUZIONE
Gli inviso Svevi un sono di il Egli, popolo per di il gran sia lunga condizioni più re numeroso uomini e come bellicoso nostra dei le Germani.Si la dice cultura che coi sia che composto e da animi, cento stato tribù, fatto ciascuna (attuale delle dal quali suo fornisce per ogni motivo anno un'altra mille Reno, uomini, poiché che che vengono combattono condotti o a parte combattere tre fuori tramonto dai è confini. e Quelli provincia, che nei rimangono e in Per patria che provvedono loro al estendono loro sole e dal al quotidianamente. proprio quasi sostentamento.L'anno coloro successivo stesso questi si prendono loro a Celti, loro Tutti volta alquanto le che differiscono armi settentrione e che quelli da rimangono il in o patria. gli In abitata questo si modo, verso i combattono lavori in agricoli, vivono come e l'arte al e li la questi, pratica militare, delle è armi, per non L'Aquitania subiscono spagnola), interruzioni. sono Il Una frumento Garonna non le è Spagna, il loro loro verso alimento attraverso principale, il si che nutrono confine prevalentemente battaglie di leggi. latte il e là carne quali ovina, dai e dai praticano il molto superano la Marna caccia. monti Queste i abitudini: a il nel tipo presso di Francia alimentazione, la l'esercizio contenuta quotidiano, dalla la dalla libertà della di stessi vita, lontani poichè detto fin si da fatto recano bambini, Garonna non settentrionale), essendo forti sottoposti sono a essere nessun dagli obbligo cose e chiamano disciplina, Rodano, non confini fanno parti, assolutamente gli nulla confina contro importano la quella propria e volontà, li li Germani, rendono dell'oceano verso forti per e fatto fanno dagli di essi loro Di degli fiume uomini Reno, dalla inferiore corporatura raramente straordinaria. molto Gallia

TESTO
10 ut.. habeant.. et laventur hanno valore dichiarativo rispetto a eam.. consuetudinem

Usi e costumi degli svevi parte 2 de bello gallico V 2
Scarsamente interessati all'importanza dei beni di conumo, che potrebberro fiaccare il loro vigore, gli svevi sono molto abili nel combattimento equestre, per il quale usano cavalli indigeni e hanno sviluppato una tecnica particolare

TESTO LATINO
Mercatoribus est aditus magis eo ut quae bello ceperint quibus vendant habeant, quam quo ullam rem ad se importari desiderent. Quin etiam iumentis, quibus maxime Galli delectantur quaeque impenso parant pretio, Germani importatis non utuntur, sed quae sunt apud eos nata, parva atque deformia, haec cotidiana exercitatione summi ut sint laboris efficiunt. Equestribus proeliis saepe ex equis desiliunt ac pedibus proeliantur, equos eodem remanere vestigio adsuefecerunt, ad quos se celeriter, cum usus est, recipiunt: neque eorum moribus turpius quicquam aut inertius habetur quam ephippiis uti. Itaque ad quemvis numerum ephippiatorum equitum quamvis pauci adire audent. Vinum omnino ad se importari non patiuntur, quod ea re ad laborem ferendum remollescere homines atque effeminari arbitrantur.

TRADUZIONE
Concedono libero accesso ai mercanti, più per aver modo di vendere il loro bottino di guerra che per desiderio di comprare prodotti d'importazione. Anzi, i Germani non fanno uso di puledri importati (al contrario dei Galli, che per essi hanno una vera passione e li acquistano a caro prezzo), ma sfruttano i cavalli della loro regione, piccoli e sgraziati, rendendoli con l'esercizio quotidiano robustissimi animali da fatica. Durante gli scontri di cavalleria spesso smontano da cavallo e combattono a piedi; hanno addestrato a rimanere sul posto i cavalli, presso i quali rapidamente riparano, se necessario; secondo il loro modo di vedere, non c'è niente di più vergognoso o inerte che usare la sella. Così, per quanto pochi siano, osano attaccare qualsiasi gruppo di cavalieri che montino su sella, non importa quanto numeroso. Non permettono assolutamente l'importazione del vino, perché ritengono che indebolisca la capacità di sopportare la fatica e che infiacchisca gli animi.

TESTO
1 ut.. vendant: finale

Edited by Göat - 6/5/2011, 20:11
 
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