La poesia goliardica, popolare e giullaresca, comico-parodica e Cecco Angiolieri

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view post Posted on 13/4/2011, 16:31
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La poesia goliardica
Intorno al 1100 fiorisce in tutta Europa grazie ai clerici vagantes chiamati anche goliardi, membri del clero che non avevano l’obbligo di rimanere in una diocesi. Usa il latino, cantano la donna, la taverna, il gioco d’azzardo, esalta il denaro in grado di assicurarne il godimento, lamenta la povertà che costringe a vivere senza i piaceri terreni, usa in modo parodico le formule ecclesiastiche. La raccolta più famosa è quella dei Carmina burana del 1300 che rielabora materiali del 1200.

La poesia popolare e giullaresca
È contemporanea alla lirica “alta” ed è destinata ad un pubblico di modesta cultura; è legata ad occasioni pratiche, feste, intrattenimenti vari; la trasmissione è orale. Si diffonde tramite i giullari che si esibivano nelle piazze e nelle fiere ma anche nei palazzi signorili, i quali pur provenendo da ceti inferiori erano spesso dotati di un certo livello di cultura. La forma è semplice caratterizzata da un linguaggio popolaresco e da ritmi rapidi e facili, ci sono cmq componimenti che rivelano legami con la cultura alta.
Filone di poesia amorosa che riprende anche i temi della poesia cortese ma in forme più ingenue: albe, serenate, lamenti di donne abbandonate o malmaritate, imprecazioni contro padri severi o mariti gelosi. Le forme ricorrenti sono quelle della ballata, della frottola, del rispetto, del contrasto. Ci sono anche componimenti di argomento politico. Tutta questa produzione popolare è anonima. I manoscritti ci hanno conservato il nome di Cielo D’Alcamo a cui è attribuito il contrasto tra un uomo e una donna, Rosa fresca aulentissima, che mette in parodia le tematiche cortesi, in particolare il genere della pastorella.

La poesia comico-parodica
Con il termine poesia comico-parodica o comico-realistica è stata indicata l’esperienza di alcuni poeti che seguono un percorso diverso rispetto a quello della linea poetica dominante nella lirica italiana del XIII secolo. Questa linea, che si afferma con la scuola siciliana e ha la sua prima espressione con lo stil novo, canta sentimenti elevati (l’amore) e usa un linguaggio selezionato e raffinato, inaugurando una tradizione che tende al sublime, al puro ideale, a un distacco dalla realtà materiale e comune. Il rifiuto di queste convinzioni caratterizza questa poesia che usa uno stile basso, occupandosi degli elementi quotidiani di una realtà speso volgare e degradata. Da ciò l’uso del termine ‘realismo’ per indicare poesie dove vengono rappresentati personaggi laidi e deformi, ambienti malfamati e corrotti. Si propone di rovesciare gli schemi e le convinzioni della poesia elevata, con intento caricaturale e grottesco, riferendosi però ad altri schemi letterali. Il procedimento prevalente è quello della parodia, che consiste nel trattare con linguaggio nobile e sublimato soggetti che sono in realtà vili e spregevoli. I valori della cortesia e dell’amore vengono capovolti nei loro significati più seri ed ufficiali: all’amore sublimante si sostituisce il desiderio sessuale, alla dama raffinata la donna plebea, all’elogio della virtù quella del vizio. Si collega alla precedente tradizione della poesia goliardica. Tra la poesia stilnovistica e quella comico-parodica non esisteva una barriera.

Cecco Angiolieri
Nasce a Siena da una ricca famiglia intorno al 1260, era già morto nel 1313, cioè quando i suoi figli rinunciano all’eredità. Muore in miseria dopo aver sperperato il patrimonio paterno. Dagli atti giudiziari del tempo risulta coinvolto in risse e in processi. Dalle sue poesia si delinea l’immagine di una vita irregolare e inquieta, spesa tra le taverne, il gioco e le donne. I temi ricorrenti sono l’amore tutto sensuale per una fanciulla plebea, l’odio per il padre avaro, le imprecazioni contro la sorte avversa, la malinconia, nel senso di umore nero , di una disposizione irosa e cupa verso il mondo. Si rifà alla tradizione della poesia latina dei clerici vagantes, da cui ricava temi, situazioni, caratteri stilistici. L’insistenza su questi temi ha un intento di esagerazione parodistica, in aperta polemica con i modi sublimati dello stilnovismo.
 
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